P. Portoghesi: Borromini. La vita e le opere

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Titel
Borromini. La vita e le opere.


Erschienen
Milano 2019: Skira
Anzahl Seiten
632 S.
von
Nicola Navone

«Molto ampliato e quasi interamente riscritto», per tenere conto della mole di studi pubblicati negli ultimi trent’anni e dell’ulteriore maturazione del pensiero dell’autore, il volume ripropone, rielaborandola e suggellandola con un nuovo titolo che accoglie la vicenda biografica e l’accosta a quella artistica, la monografia data alle stampa da Paolo Portoghesi nel 1967, l’anno cruciale del trecentesimo anniversario della morte dell’architetto di Bissone, con il titolo programmatico Borromini: architettura come linguaggio. Di quella monografia, che conobbe vasta fortuna e diverse edizioni sino agli anni Novanta del secolo scorso, questo nuovo volume riprende la scansione in parti testuali parsimoniosamente illustrate e ricchissimi inserti iconografici, il risalto dato ai meravigliosi disegni borrominiani (qui raccolti in una sola sezione, in luogo dei tre inserti distribuiti nelle più recenti ristampe dell’edizione Electa) e l’apparato delle note ridotto allo stretto necessario, in luogo della diffusa consuetudine di affidare a mostruosi paratesti il compito di certificare la propria erudizione. Così come è del tutto aliena dalle cattive abitudini accademiche la prosa di Portoghesi, che scorre elegante e nitida, quasi volesse far proprio l’invito del Tesauro, ricordato in relazione all’architettura del Borromini, «a mescere in guisa il facile col difficile che in un popolo mescolato di dotti e di idioti, né i dotti sentan nausea per troppo intendere, né gli idioti sentan noia per non intendere» (p. 34).

Del resto, una revisione della fortunata monografia del 1967 appariva inevitabile dopo che l’altro anno cruciale per gli studi borrominiani, il 1999, quattrocentesimo anniversario della nascita dell’architetto, aveva prodotto, fra il Ticino e Roma, convegni ed esposizioni fondate su ricerche originali, fra le quali vorrei ricordare Il giovane Borromini, allestita a Palazzo Reali, allora sede del Museo Cantonale d’Arte: una mostra di cui Portoghesi rammenta, nella Premessa, due protagonisti, Nicola Soldini (autore con Aurora Scotti di un fondamentale contributo su Borromini milanese) e Mario Botta (autore dell’allestimento e del San Carlino dimidiato, sorto sul lago di Lugano), al quale questo nuovo volume è dedicato.

Muovendo dalla scansione degli argomenti della monografia originaria, Portoghesi rielabora il contenuto dei principali capitoli e ne propone di nuovi, come il primo (Storia di un’anima), nel quale traccia un ritratto della personalità del Borromini, delle sue rare ma durature amicizie, della ricca biblioteca raccolta nella sua abitazione e studio in vicolo dell’Agnello, che offre l’occasione per proporre ex novo alcuni possibili riferimenti intellettuali del grande architetto, come il pensiero di Nicola Cusano e la sua teoria della coincidentia oppositorum, ritenuta da Portoghesi «una delle più fruttuose chiavi interpretative che si possano adoperare per comprendere la personalità e l’architettura di Borromini» (p. 33). Di nuovo conio è pure il sesto capitolo, dedicato alle Opere minori, non realizzate e distrutte, che sostituisce, integrando gli avanzamenti conseguiti dagli studi, la breve Nota sulle opere minori del Borromini che chiudeva laconicamente il volume originario. Altrove, invece, si tratta di aggiustamenti a una struttura argomentativa che, nelle sue grandi linee, ricalca quella precedente, come nel capitolo conclusivo, laddove Portoghesi affronta il linguaggio del Borromini (qui accostato al «colore») e trova compimento il suo esercizio ermeneutico. Dispiace, invece, l’estromissione dagli Apparati dell’eccellente Indice analitico dell’edizione Electa, solo in parte compensata dalla nuova breve Cronologia e dalla pur vigorosa Bibliografia curata da Stefania Tuzi.

Un volume, dunque, a cui ben s’attaglia l’immagine, già evocata da altri recensori, di un perenne e fervido cantiere di studi, da cui continua a trasparire, immutata nel volgere degli anni, l’acutezza dello sguardo con cui Portoghesi ricostruisce, nella sua vasta ed elaborata fattura, la ricca trama inter- testuale delle opere di Borromini, restando tuttavia sempre equidistante da quelle due «concezioni estreme della conoscenza» che André Corboz, in una ineguagliata (per coraggio e rigore ermeneutico) monografia dedicata al Canaletto, aveva compendiato nell’immagine della «caccia al tesoro» («che presuppone che ciò che si cerca esista già da qualche parte, bell’e fatto, e finirà per concedersi a un approccio adeguato») e dell’«albergo spagnolo» (dove «si trova solo ciò che si porta»), ossia (se ci è concesso un meno elegante compendio) dell’astinenz interpretativa e della sovrainterpretazione.

Zitierweise:
Navone, Nicola: Rezension zu: Portoghesi, Paolo: Borromini. La vita e le opere. Milano 2019. Zuerst erschienen in: Archivio Storico Ticinese, 2020, Vol. 168 pagine 167-168.

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Archivio Storico Ticinese, 2020, Vol. 168 pagine 167-168.

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